Se di Fabrizia Ramondino hai già letto L’isola riflessa (se no rimedia prima possibile) conosci già il modo che ha di raccontare un luogo. Anche nei 13 racconti di questo volume, intitolato semplicemente In viaggio, emerge lo stile della scrittrice che ho tanto amato nel romanzo Althenopis e non mi ha deluso come narratrice di viaggi.
In queste pagine si raccontano viaggi reali, prima di tutto, ma si riflette anche sul viaggio come condizione dell’esistenza. Un interrogativo che tutti prima o poi, a un certo punto, ci poniamo. Quando viaggiamo davvero – poco o molto – e quando non possiamo viaggiare fisicamente ma ci sentiamo comunque in cammino.
Quel che ti rimane dalla lettura di questo libro, oltre il racconto spiccioli di bagagli, passaggi in autostop, souvenir, alloggi provvisori e strani incontri, è un mucchio di domande che costituiscono una sorta di autobiografia dell’autrice ma che al tempo stesso sono rivolte al lettore, invitato a riflettere su ciò che per Ramondino è “materia di meditazione e autoanalisi” come definisce il viaggio. Una definizione che a me piace moltissimo.
Ma non ti ho ancora detto nulla sui luoghi che tocchiamo: Ramondino fu una grande viaggiatrice e in questo libro racconta i suoi numerosi spostamenti tra l’Argentina e la Cina, l’Australia e l’India, il Canada e l’Europa “in un errare incessante” che fu la cifra stessa della sua intera vita. Ma se vogliamo anche della vita di tutti noi.
Per leggere le riflessioni sul viaggio di Ramondino
Dove: tutto il mondo
Quando: varie epoche
Titolo: In viaggio
Autorə: Fabrizia Ramondino
Editore e anno: Einaudi 1997
Genere: narrativa di viaggio, filosofia di viaggio
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