E se anziché il giro del mondo in 80 giorni fosse un giro del giorno in 80 mondi? Il riferimento a Jules Vernes è voluto, Julio Cortázar lo chiamava scherzosamente il suo omonimo. Questo libro voleva essere
un viaggio intorno al mondo, come quello di Phileas Fogg, ma senza muovermi dalla mia scrivania. Un libro pazzo, da fuori di testa, fatto di ritagli e avanzi, come un grande collage.
Un viaggio lo è davvero. “Dai cronopios a Eugénie Grandet, da Jack lo Squartatore a Duchamp, dalla letteratura alla boxe al jazz”, Cortázar è un narratore generoso che ci regala brandelli di sapere, bellezza, stile, inventiva. Il risultato è un vero e proprio libro-oggetto che somiglia a uno zibaldone fuori controllo, dove regni la più allegra anarchia.
Riunisce racconti e articoli, poesie, vignette, foto e illustrazioni. Lo leggi tutto d’un fiato oppure centellinandolo. E quando lo hai finito ti viene voglia di ricominciare per regalarti di nuovo lo scoppiettio di sensazioni che questo autore è in grado di provocare a ogni lettura. Ho la tentazione di riportarti una storia o due ma non vorrei mai privarti del piacere di scoprirle tutte. Ti assicuro che sarà un viaggio incredibile, anche senza andare proprio da nessuna parte. Eccetto che nella testa di Cortázar che è un vulcano in perenne eruzione.
Leggi lo zibaldone anarchico di Cortázar
Dove: ovunque
Quando: quandunque
Titolo: Il giro del giorno in ottanta mondi
Autorə: Julio Cortázar
Traduzione: Eleonora Mogavero
Editore/Anno: SUR 20157
Genere: narrativa
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