Lo ammetto subito: la mia posizione riguardo a questo libro e al suo autore è profondamente di parte perché da anni seguo Robert MacFarlane – purtroppo solo letterariamente, e su Instagram – e non c’è cosa che racconti che non mi faccia venir voglia di copiare il suo tragitto, vedere i luoghi con occhi simili ai suoi e saperli raccontare come lui. Dunque quando ho saputo che Underland era stato tradotto in italiano l’ho acquistato senza stare a pensarci e, il giorno stesso, ho iniziato a leggerlo.
Come mi succede spesso con i libri di MacFarlane volevo berlo d’un sorso e al tempo stesso desideravo che durasse a lungo. Ma i suoi sono sempre libri che durano. Perché echeggiano a lungo nella memoria, certo, ma anche per via del fatto che la maggior parte dei luoghi che percorre non li ho mai visti, e forse mai li vedrò, e dunque procedo nella lettura con Google Immagini costantemente a fianco per esplorarli almeno con fli occhi, se non posso con le gambe. Risultato: lettura frammentata, continuamente interrotta da ricerche che mi portano ad altre curiosità. Si direbbe un’attività fastidiosa, che spezza la continuità della lettura, invece mi piace quando un libro apre nuove vie che portano lontano.
In questo caso oltre agli occhi e alle gambe servirebbe una torcia perché come lascia intendere il titolo si va sottoterra. Anzi, nel sottomondo, una definizione che si porta dietro molta più narrativa. E infatti quello che l’autore fa è proprio questo, raccontare storie legate ai luoghi che visita e non soltanto descriverli. Era Agosto, io ero chiusa in casa per sfuggire al caldo e alla baraonda turistica fuori dalla mia porta, e però ero anche in fondo al Carso, tra i cunicoli dei sotterranei parigini, nel sottobosco della foresta di Epping e tra i tumuli del Somerset, nelle grotte più remote delle Lofoten e dentro un ghiacciaio.
Evito di proposito di svelarti quali storie incredibili, quali leggende, misteri e meraviglie sia andato a scovare (o sarebbe meglio usare “scavare”?) in queste sue esplorazioni. Non voglio privarti del piacere che ha dato a me scoprire personalmente, pagina dopo pagina, quanta bellezza si celi in ciò che non appare in superficie, non emerge mai ma quieto nell’ombra permane, come in attesa. Mi rendo conto che si tratta di una visione fortemente antropocentrica: niente aspetta noi, mai. Anzi quasi sempre la nostra presenza è un’invadenza che sciupa. E ci sono luoghi che è bene non svelare, non calpestare, a costo che ciò che sono rimanga inconosciuto. Ma quando il passo, l’occhio, il racconto è quello di MacFarlane, e i luoghi sono tanto remoti e inaccessibili da non poter comportare un afflusso massiccio, dico che ne vale la pena.
Dove: In giro per l’Europa
Quando: anni recenti
Titolo: Underland. Un viaggio nel tempo profondo
Autorə: Robert MacFarlane
Traduzione: Duccio Sacchi
Editore e anno: Einaudi 2020
Genere: reportage
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