In tasca non una mappa ma un volume di poesie. Così comincia il doppio viaggio di Sylvain Tesson, nella vita e sulle tracce di Rimbaud. Il secondo è un viaggio vero, percorso a piedi in quel 2020 che ci tolse ogni libertà in cerca di respiro, spazi aperti e meraviglia. L’altro è un viaggio letterario tra i versi del poeta, le vicende della sua vita turbinante e la luce accecante del suo genio.
Il racconto procede per brevi capitoli che si concentrano su episodi dell’esistenza di Rimbaud, certi suoi lampi di intuizione che aprono squarci nella verità del mondo, i luoghi che ha percorso, le persone che ha incontrato. Camminiamo nella natura delle Ardenne, ficchiamo il naso della fattoria di famiglia, corriamo per Parigi, fuggiamo in Belgio, attraversiamo Londra, infine contiamo i suoi passi sulle piste d’Africa. E leggiamo i suoi versi.
Verlaine lo chiamava l’uomo “dalle suole di vento” perché Rimbaud era irrequieto, mai in sosta, perennemente in combustione. Le sue parole sono (ancora) abbacinanti come il sole. Lui il mondo non lo descrive, lo ricrea e ce lo sbatte in faccia costringendoci a guardare quello che vede e che è sempre di più di ciò che vede chiunque altro.
La sua poesia è movimento continuo e la sua vicenda umana lo è stata allo stesso modo, anche geograficamente. Lungo questo tragitto ci conduce Tesson. Si parte da Charleville-Mézières, città natale del poeta, per arrivare a Bruxelles via Charleroi. Un viaggio che Rimbaud compì nel 1870 e che Tesson ha rifatto identico, a piedi, nell’anno della pandemia.
Dove: Francia, Belgio, Etiopia
Quando: anni di Rimbaud e 2020
Titolo: In viaggio con Rimbaud
Autorə: Sylvain Tesson
Traduzione: Chicca Galli
Editore e anno: Rizzoli 2023
Genere: reportage
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