Elio Vittorini sbarca a Olbia nel 1932 insieme ad altri scrittori su iniziativa della rivista settimanale L’Italia Letteraria che prometteva un premio di 5000 lire al miglior diario di viaggio in Sardegna. Della giuria faceva parte anche Grazia Deledda.
Vittorini, che allora aveva 24 anni e da poco si era trasferito a Firenze, partecipò con uno pseudonimo, Amok. E vinse, ex aequo con Virgilio Lilli. Alcune parti del testo uscirono su L’Italia Letteraria e altre riviste prima di diventare un volume, nel 1936 e ancora nel 1953, con il titolo che ha ora: Sardegna come un’infanzia.
Pur giovanissimo, all’epoca del viaggio Vittorini era consapevole della Sardegna narrata esistente già nella letteratura di viaggio precedente (tra gli altri c’erano stati e l’avevano raccontata Balzac, Valery, Lawrence). Il rischio di rientrare nel cliché percorrendo un solco già tracciato era alto. Ma lo scrittore non cadde nella trappola.
Scelse di raccontare la Sardegna non come un luogo ma come un tempo, quello dell’infanzia. Perciò procede per suggestioni, stati d’animo e paesaggi interiori e non vere e proprie descrizioni. Visita l’isola come se fosse un viaggio in un tempo perduto e lascia intendere che su quell’isola non si può più approdare. Ed è vero, perché la sua è una Sardegna letteraria, soggettiva e personale e nessun altro viaggiatore vivrà mai lo stesso luogo, ma il suo proprio. Quello di Vittorini non è uno sguardo neutrale (può mai esserlo lo sguardo di chi viaggia?) e non pretende di esserlo.
Ancora a bordo del piroscafo (lo chiama così) e poi durante i suoi giri a terra, si imbatte in paesaggi brulli, sonnolenti paesi, un mare che scintilla ovunque ti volti, persone e cose che impara a nominare per la prima volta, come un infante entusiasta di ogni scoperta, aperto e pronto a fondersi con il mondo. Così una cittadina pare “fabbricata sul dorso d’una foglia”, le lunghe gonne nere delle donne che scantonano somigliano a volpi in fuga e i bambini che giocano sono come “ciuffi d’alberi in un deserto”. Michela Murgia, nell’introduzione al volumetto ripubblicato da Bompiani nel 2014, lo chiama non un libro di viaggio ma un libro-viaggio, e io sono d’accordo.
Dove: Sardegna
Quando: 1932
Titolo: Sardegna come un’infanzia
Autorə: Elio Vittorini
Editore e anno: Bompiani 2014
Genere: diario di viaggio
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