L’autore trinidadiano naturalizzato britannico è più noto per i suoi romanzi con i quali ha meritato un Nobel per la letteratura nel 2001. Ma sono i suoi reportage di viaggio a sorprendere. Questo è un viaggio-inchiesta alla ricerca delle tradizioni ancestrali dell’Africa. Nel corso del suo viaggio, che dura un anno e mezzo, l’autore visita Uganda, Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio, Gabon e Sudafrica.
Sì, è il reportage di un viaggio vero e proprio ma è anche un’indagine del cuore antico dell’Africa e di quel che tutti i suoi popoli condividono: le credenze ataviche. Cosa ne resta e come sopravvivono oggi? Sono diventati modi per resistere all’occidentalizzazione e riaffermare identità di fronte al rischio di perderla oppure ostacoli alla modernizzazione?
Cercando di arrivare al cuore pulsante dell’Africa e delle sue tradizioni, Naipaul va in cerca della risposta a queste domande. Le credenze più arcaiche spesso sfuggono alla vista, sopravvivono nascoste, ma scavando Naipaul riesce sempre a rinvenirle, anche lì dove meno se le aspetta, in quel che appare come il sopravanzare della modernità che tutto trangugia.
L’itinerario che percorre l’autore non è solo lunghissimo – geograficamente e cronologicamente – ma anche molto tortuoso. Ovunque vada registra incontri, storie personali, vicende locali. E ammette:
Ero convinto che nell’immensa vastità dell’Africa le pratiche magiche non fossero diffuse in maniera uniforme… Ho dovuto ricredermi. Ovunque ho incontrato indovini che “gettavano le ossa per leggere il futuro, e ovunque ho ritrovato la stessa idea di un’energia” da imbrigliare attraverso il sacrificio rituale. In Sudafrica la “medicina da battaglia” è un composto fatto con parti del corpo soprattutto animali, ma anche umane. Vederlo con i miei occhi, sentirne il potere, mi ha riportato molto vicino all’inizio di tutto.
Al viaggio in cerca di risposte si sovrappone dunque un altro viaggio nelle profondità delle molteplici anime dell’Africa, fino al nucleo primigenio di un continente che è uno ma anche mille cose diverse. Il racconto è un resoconto fedele e appassionante che ha l’immediatezza dell’oralità: sembra davvero di essere lì, in quel momento, davanti a ciò che Naipaul vede e a cui partecipa.
Andresti in Africa con Naipaul?
Dove: Africa
Titolo: La maschera dell’Africa
Autorə: V.S. Naipaul
Traduzione: Adriana Bottini
Editore e anno: Adelphi 201
Genere: reportage
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