Esiste ancora un luogo al mondo incontaminato che non sia la ricostruzione posticcia di una fantasia turistica? Si può rispondere alla stessa domanda in molti modi. Lawrence Osborne trova la sua risposta a Papua dove arriva seguendo la rotta della vecchia Asian Highway, non prima di aver attraversato diverse tappe.
La prima è quella Dubai diventata un immenso parco a tema che più artificiale non si può. Poi tocca al chiasso derelitto di Calcutta, alle isole Andamane reduci dallo tsunami e sul punto di diventare – orrore! orrore! – le nuove Maldive, alla Thailandia che va trasformandosi nella meta mondiale del turismo sanitario, a Bali dal turismo globale costruito a tavolino.
Papua invece mette il viaggiatore tanto determinato da arrivare fin lì completamente a nudo, metaforicamente e a un certo punto… anche letteralmente. Osborne si serve della descrizione dell’episodio in cui si ritrova nudo e cosparso di grasso suino nel corso di un’orgia tribale per illustrare perché ha scelto di esplorare il concetto di turista nudo che dà anche il titolo al libro.
Gli resta il dubbio sul perché sia arrivato fino a lì e se sia stato e sia giusto interagire con i nativi, e quanto, e come. La critica al sistema turistico è serrata e in gran parte condivisibile anche se in alcuni momenti può apparire un po’ irritante, ma solo perché ti sorprendi nel riconoscerti dalla parte criticata. La maggior parte del libro tuttavia resta un racconto divertentissimo delle avventure e dei personaggi in cui si imbatte. E una riflessione molto interessante sul perché siamo perennemente in cerca di un altrove incontaminato.
Per scoprire perché il viaggio ci mette a nudo
Dove: Papua Nuova Guinea
Quando: 2005
Titolo: Il turista nudo
Autorə: Lawrence Osborne
Traduzione: Matteo Codignola
Editore e anno: Adelphi 2006
Genere: reportage, filosofia di viaggio
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