In treno da Hanoi a Mosca, nel 1974. Quell’anno il giornalista e corrispondente dell’Unità Massimo Loche decise di tornare in Europa via terra. Un viaggio lunghissimo e niente affatto semplice neanche oggi, figurarsi allora. Quel viaggio è ripetibile anche oggi ma il mondo è cambiato e così i luoghi, le persone, il viaggio stesso. Inutile aggiungere che quando lessi questo libro fu fortissima la tentazione di saltare a bordo e ripercorrere i passi di Loche. Vorrei provarci, un giorno.
L’autore partì dal Vietnam, attraversò la Cina di Mao e poi via Transiberiana arrivò a Mosca nell’Unione Sovietica di Brèžnev. Tante le complicazioni, innumerevoli le difficoltà, ma non sono quelle che danno sangue al viaggio? Viaggiò
in carrozze a quel tempo lussuose, popolate da marinai romeni e intellettuali jugoslavi, attrici del cinema mongolo e diplomatici avventurosi. Alla scoperta di un mondo che oggi non esiste più ma che è rimasto nell’immaginario di tutti.
L’immaginario, appunto: quanto immaginiamo il luogo in cui andremo, o che sogniamo di visitare, prima di partire? Quanto quelle aspettative vengono poi deluse, soddisfatte o pure superate? Accade soprattutto quando si è letto un libro del genere e poi si intraprende il viaggio. Il confronto è costante, ma anche lo stimolo ad andare più a fondo, non fermarsi alla superficie. Anche questo del viaggio è parte integrante, secondo me. Anzi forse ne racchiude tutto il senso.
Per viaggiare in treno Hanoi a Mosca
Dove: Hanoi-Mosca
Quando: 1974
Titolo: Per via di terra. In treno da Hanoi a Mosca
Autorə: Massimo Loche
Editore e anno: Voland 2014
Genere: reportage
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