Poco dopo il mio viaggio a Napoli, di Silvio Perrella avevo intenzione di acquistare Petraio, dedicato a un quartiere della città. Invece come spesso accade quando cerco qualcosa, mi imbatto in qualcos’altro di cui non sapevo di aver bisogno. È accaduto proprio questo con Da qui a lì: Ponti, scorci, preludi. È un libriccino tanto breve quanto denso che parla proprio di ponti. Ma, a sorpresa, anche di musica (lo si intuisce dal titolo).
La premessa è: cosa ci dicono i ponti di noi, oltre che di se stessi? Tutto ruota infatti intorno al concetto di ponte, sia fisico che metaforico. Si corre da un punto del mondo all’altro attraverso brevi scorci che partono da un ponte, o su un ponte arrivano, ma che spaziano anche in territori meno tangibili, come quelli musicali. In fondo, non è anche la musica un ponte, a suo modo? E dei più potenti.
Nonostante la brevità del libro, mi sono concessa tempo per assaporarlo, proprio in virtù dei molti strati di cui è composto. Alla fin del volume, in una sezione intitolata Titoli di Coda, se ne ha un assaggio: c’è la lista dei ponti attraversati, naturalmente, ma anche dei quadri, delle canzoni, delle poesie, dei romanzi, di altri libri di viaggio e, certo, dei preludi citati.
I ponti che attraversiamo in questo viaggio sono il Millenium Bridge di Londra, il Ponte Carlo a Praga, il Ponte dei Sospiri di Venezia, il Brooklyn Bridge di New York, il Ponte di Vivara a Procida, il Ponte di Galata a Istanbul, il Ponte Oreto di Palermo e il Ponte Maddalena Cerasuolo di Napoli. Ma si va assai più lontano di così. A patto di prendersi tempo. Del resto il volumetto delle edizioni Italosvevo te lo impone, perché ha le pagine da tagliare una per una. Un rito d’altri tempi che mi piace moltissimo. Come il gesto di attraversare un ponte, a piedi, godendosi il tragitto.
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