Tino Mantarro lo seguo dai tempi di Nostalgistan e il suo lavoro più recente che ho letto è un bel reportage dalla Tunisia con le foto di Marco Carlone di Binario Est. Il suo ultimo libro, L’attrazione dei passi, parla di montagne e valichi che conducono altrove. L’ho ordinato che non era ancora uscito e l’ho letto subito.
La mia copia è piena di sottolineature perché per me, nata sul mare e con un’idea della montagna che coincide con il vulcano sotto cui vivo, i passi sono qualcosa di molto esotico. Esercitano su di me una forte attrazione, perché agiscono come la siepe leopardiana: cosa ci sarà dietro? E l’immaginazione vola. Figurarsi quindi se non accoglievo l’invito dell’autore che invita ad andare a vedere cosa c’è di là.
Tino Mantarro lo dice chiaramente, lui sui passi ci va in macchina. Non è uno scalatore a pedali né un camminatore ma questo non toglie niente all’esperienza. Per anni sono stata convinta che fosse necessario meritarsi la via consumando la suola delle scarpe. In realtà – per me è una conquista recente – quello che conta è il cuore, lo sguardo. Lanciarlo oltre, puntarlo più in là. Tino mi pare che lo faccia. Voglio pensare di farlo anch’io. Che vada a piedi, in bus, in treno non fa la differenza, cambia solo il ritmo del viaggio.
Dove: sulle montagne
Quando: adesso
Titolo: L’attrazione dei passi. Piccolo invito a scoprire cosa c’è oltre le cime
Autorə: Tino Mantarro
Editore e anno: Ediciclo 2023
Genere: filosofia di viaggio
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