Per un anno, tanti anni fa, mi capitò di vivere di fianco a un campo rom. Vedevo tutti i giorni il disprezzo che sembrava coagularsi intorno a quella zona del quartiere. Se non era disprezzo manifesto, era indifferenza. Era un ghetto e tale si voleva che rimanesse. Una mattina mi affacciai alla finestra e non c’era più. Al posto dei panni stesi, dei bidoni azzurri fuori dalle porte, delle urla dei bambini che giocavano c’erano silenzio ed erba schiacciata, vuota.
Mi rammaricai di non aver seguito l’istinto varcando le due assi che fungevano da cancello. Mi pentii di non aver provato ad avvicinarmi e conoscere. Nel tempo ho cercato di ovviare alla mia abissale ignoranza cercando lì dove sempre cerco quello di cui ho bisogno: i libri. Questa è una selezione di libri sul popolo e la cultura rom che ho letto e ti consiglio.
Se ne scrivo qui è per due motivi. Primo: mi sembrava che libri su un popolo vagante (spesso suo malgrado) fossero adatti al sito. Secondo: l’ultimo libro del primo ciclo di Fronti e Frontiere, il bookclub che gestisco con la mia amica Alle, è un romanzo sui Rom. Lo troverai in questa lista. Altri due dei libri di questo articolo li ho letti su consiglio di una lettrice del bookclub.
Rom, genti libere – Santino Spinelli
Il sottotitolo Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto anticipa cosa contiene il libro e ne stabilisce anche il tono politico. L’autore non si tira indietro davanti a stilettate più o meno oblique, e spesso esplicite, verso il governo, la società, i pregiudizi. Lo fa con pieno diritto e gli do sempre ragione ma a volte il tono eccessivamente polemico mi ha fatto pensare che finisse per indebolire il libro anziché rafforzare la tesi. Tuttavia lo considero il volume più completo che abbia letto finora. È un excursus che parte da lontano – dalle primissime migrazioni, forzate e niente affatto dettate dal romantico spirito nomade che troppo spesso attribuiamo al popolo rom – per arrivare a oggi. Con la voce di chi è titolato a parlarne perché Spinelli al popolo rom appartiene.
Racconta tutto con l’intento di chiarire e svelare anche quel che spesso e a lungo il suo popolo ha volutamente taciuto o celato. O che nessuno al di fuori si è preso la briga di capire. Smonta la convinzione errata secondo cui nel termine rom rientri un popolo omogeneo. Parla dei cinque gruppi etnici che lo compongono – Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals. Ne racconta la struttura sociale, le tradizioni, i valori, la lingua, il senso di identità e l’espressione artistica. Interessante la parte sulla musica perché Spinelli è lui stesso musicista. Infine si dà spazio alla crescente consapevolezza politica che ha dato vita a organizzazioni finalmente in mano ai protagonisti, troppo spesso vittima di un assistenzialismo che tende all’integrazione annullando le specificità.
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Carovane tra le pagine – Giada Valdannini
Il libro di Valdannini non te lo consiglio se hai già una conoscenza generale del mondo rom perché offre una breve panoramica nell’arco di meno di 100 pagine. È perfetto invece per cominciare a farsi un’idea prima di proseguire con le letture. La parte che ho trovato più interessante, alla luce del fatto che avevo già letto altro, è quella dedicata alla produzione letteraria. Alla fine c’è un’antologia di testi di poesia, narrativa e teatro del panorama italiano a cui non avrei avuto accesso in altro modo.
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Seppellitemi in piedi – Isabel Fonseca
L’autrice ha vissuto per 4 anni con le comunità rom di tutta Europa. Nei reportage raccolti in questo libro ne racconta la vita quotidiana, le vessazioni subite, i misteri della lingua, la filosofia di vita. Al fondo il tentativo di comprendere un mondo percepito come lontanissimo ma che vive di fianco a noi, troppo spesso caricato di pregiudizio e altrettanto spesso ammantato di esotismo dalla prospettiva dello sguardo esterno.
Isabel Fonseca cerca di portare lo sguardo all’interno dando voce a canti, riti, tradizioni e superstizioni che sopravvivono da millenni mostrando sia il lato poetico che quello prosaico di una vita in viaggio. Traccia anche profili di personaggi indimenticabili, come la poeta Papusza. Con questo libro mi sono innamorata perdutamente della potenza affabulatoria del popolo rom a cui non sembra importare tanto la trasmissione della verità – neanche su di sé – ma imbastire la versione più accattivante della storia. Purtroppo il libro è fuori catalogo da molti anni nella versione italiana ma ogni tanto sbuca all’usato. Se leggi in inglese, qui c’è l’edizione disponibile in ebook. E qui in cartaceo.
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Zingari – Koudelka
Oggi il titolo di questo libro appare un tantino disturbante, la sensibilità attuale ce lo fa percepire come discriminatorio e il popolo rom rifiuta e condanna un eteronimo nel quale non si è mai riconosciuto. L’originale francese del 1975 porta il titolo Gitans, la fin du voyage. In inglese è diventato Gypsies, in italiano Zingari.
Il progetto aveva radici più lontane: Josef Koudelka aveva raccolto le sue fotografie delle comunità rom d’Europa sotto il titolo di Cikáni con l’intento di pubblicarle a Praga nel 1970. Ma quell’anno il fotografo lasciò la Cecoslovacchia e il progetto non andò in porto che 5 anni dopo, altrove.
Benché datato, il libro è ancora un punto di riferimento e una testimonianza importante. Le foto dell’edizione attuale sono 109, scattate tra il 1962 e il 1971 tra Boemia, Moravia e Slovacchia orientale, ma anche in Romania, Ungheria, Spagna e Francia. Sono foto potenti, che in parte trovi sul web. Il libro contiene un saggio del sociologo Will Guy che ripercorre la storia delle migrazioni rom dal Nord dell’India ai paesi europei.
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Nocevento rom – Sergio Pretto
Questo è il libro letto con il bookclub Fronti e Frontiere a conclusione di un percorso nell’area dell’ex-Impero Ottomano. Ci sembrava avesse senso concludere il tragitto con un libro sul popolo a cui confini e appartenenze sono stati negati e che è storicamente presente in molti dei paesi che abbiamo attraversato con le nostre letture.
La storia inizia in Romania e racconta le vicende di una comunità spazzata via dai venti della Storia. Più volte. È un romanzo ma prende le mosse da un contesto storico preciso (il regime di Ceaușescu e la sua caduta) per raccontare altre tragedie (il porrajmos, il genocidio nazista) e l’esodo perpetuo a cui un intero popolo è costantemente costretto.
Per scriverlo l’autore è andato a vivere per diversi mesi con una comunità rom di Craiova i cui racconti hanno ispirato le vicende narrate nel libro. Curiosità: i rom hanno accolto Pretto al punto da considerarlo un fratello e tatuargli sul braccio un simbolo che gli garantisce l’accesso a tutti i campi rom d’Europa.
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La lente focale – Otto Rosenberg
Per un approfondimento sul porrajmos questo è il libro giusto. Sottotitolo: Gli zingari nell’olocausto. È una storia di prima mano perché lo stesso Rosenberg subì l’internamento a causa della sua etnia, precisamente nel campo di Marzahn nel 1936 quando Hitler ordinò di “ripulire la città” di Berlino in occasione dei giochi olimpici. Quello stesso anno, in quello stesso campo, Robert Ritter e Eva Justin avviavano gli esperimenti sui prigionieri rom. L’autore fu l’unico della sua famiglia a sopravvivere dopo essere stato anche ad Auschwitz, Buchenwald e Bergen-Belsen.
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La mia esagerata famiglia rom – Valeriu Nicolae
Di questo libro ti ho già parlato qui ma due parole voglio spenderle comunque. Valeriu Nicolae è di famiglia mista rom/romena ed è un attivista che si batte da tempo per i diritti della minoranza rom in Romania, e non solo. Attraverso la sua attività giornalistica getta luce su alcuni aspetti della cultura romanì e del modo in cui è tuttora percepita dalla società.
Questo libro è una raccolta di articoli non solo sul presente ma anche sul suo passato personale. Quando racconta episodi della sua infanzia ti fa morire dal ridere. Eppure anche attraverso un aneddoto divertente ti suggerisce una riflessione su quanto impatto abbiano ancora razzismo, discrimininazione, emarginazione.
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Credenze popolari e usanze religiose zigane – Heinrich von Wlislocki
Questo libro è un saggio, in particolare un saggio di antropologia scritto da uno studioso che immerse il suo sguardo all’interno della cultura romanì. Sposò infatti una donna rom, Rosa Saric, vivendo a stretto contatto con le comunità nomadi transilvane di fine Ottocento di cui ha studiato il folklore.
A lui si deve la raccolta di una enorme documentazione relativa alle tradizioni popolari delle comunità rom di area balcanica fino ad allora trasmesse unicamente per via orale ed esclusivamente in lingua romanì. Per quanto la trattazione possa essere “viziata”, proponendo il punto di vista di uno studioso dell’epoca che per ovvi motivi è un po’ superato, è comunque una lettura interessante.
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I rom d’Europa – Leonardo Piasere
L’autore è uno dei nomi di punta della ricerca sulla storia e la cultura rom in Italia e questo libro è una rilettura dell’Europa dal punto di vista della minoranza più numerosa dell’UE. Si esplorano le persecuzioni ben note ma troppo spesso taciute ma anche questioni meno conosciute, come la condizione di schiavitù che i rom subiscono in alcuni paesi dell’Europa sud-orientale. Nonostante le costanti vessazioni e il tentativo reiterato di cancellarlo, o almeno porlo al margine, il popolo rom ha mantenuto un’identità irriducibile che poi si è sfaccettata secondo la realtà locale in cui ha messo radici.
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Fiabe degli zingari dei Balcani – Giacomo Scotti
L’autore non solo è un giornalista che da settant’anni percorre in lungo e in largo i Balcani e ne scrive con competenza, è anche appassionato al patrimonio narrativo orale delle aree di cui si occupa. Suoi sono i due volumi Favole e leggende dei Balcani a cui si aggiunge questo che riguarda esclusivamente il popolo rom.
Ci sono storie delle comunità nomadi o stanziali che affondano le loro radici lontanissimo, tramandate per secoli solo oralmente. Le fonti sono due: le storie che l’autore ha ascoltato direttamente dalle comunità che ha frequentato e quelle che lo studioso Rade Uhlik aveva raccolto nel 1957 e che Scotti ha riscritto.
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Zingari. Sulla strada con i rom lovara – Jan Yoors
Quando eravamo piccoli mio fratello e io fantasticavamo spesso di scappare con il circo. Era solo una fantasia che ci serviva da puntello per immaginare avventure fuori dall’ordinario ma quando ho scoperto che Jan Yoors lo aveva fatto per davvero mi sono precipitata in libreria per ordinare il libro che racconta la sua storia.
L’autore è belga ed è un artista ma ben prima di diventarlo, quando aveva solo 12 anni, scappò di casa e si unì a una compagnia viaggiante. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale si impegnò per aiutare molti rom a sfuggire alle persecuzioni e più volte per questo subì la prigione. In questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1965, racconta come un ragazzino che viveva nelle Fiandre tra le due guerre decise di unirsi a una kumpania di rom lovara, allevatori di cavalli considerati l’aristocrazia dei Figli del Vento. E come andarono i 10 anni successivi nei quali rimase con loro.
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