Qui ti racconto i miei Viaggi di carta del mese di Giugno che mi hanno portato a Eleusi, a Maratona, ad Atene. Ma anche a Salonicco, in volo tra storie dei Balcani e favole persiane, in Georgia, in Armenia, in un’aula di tribunale. E nel mio paese di origine, Giarre.
De arte gymnastica. Da Maratona ad Atene con le ali ai piedi di Andrea Marcolongo, Laterza 2022
Se ho ripreso a correre in maniera sistematica, con l’obiettivo di finire questa lunga corsa preparatoria allo stadio Kallimarmaro di Atene, la colpa è tutta di questo libro. Mi ha deliziato scoprire tante storie legate alle fonti antiche che raccontano la prima corsa da Maratona ad Atene. Soprattutto, mi ha spronato come non credevo possibile il racconto del percorso di preparazione alla maratona dell’autrice.
Mi sono detta perché no? E così il giorno dopo aver finito il libro ho trovato un programma di allenamento e l’ho cominciato. Lo sto prendendo molto seriamente, non ho saltato un solo allenamento. Se poi alla maratona ci arriverò davvero non lo so ancora, ma è un obiettivo tanto ambizioso quanto motivante! Durante i miei ultimi giorni ateniesi sono tornata al Kallimarmaro, mi sono immaginata a entrarci alla fine di una corsa. Alimenterò questa immagine per restare motivata.
Spostare la luna dall’orbita. Una notte al museo dell’Acropoli di Andrea Marcolongo, Einaudi 2023
Di questa lettura ho già parlato qui perciò non mi dilungherò. Mi è piaciuta tantissimo per il cumulo di sincronicità che l’hanno accompagnata, oltre che per il contenuto. Mi ha fatto venire voglia, cosa che non mi succede tanto spesso, di conoscere l’autrice e farci due chiacchiere passeggiando per le vie di Atene. Chissà, un giorno.
La strada per Eleusi di R. Gordon Wasson, Albert Hofmann, Carl A. Ruck, trad. Daniele Mastromarino Piano B 2022
Nutrivo sin dall’adolescenza il desiderio di andare a Eleusi e toccare con mano quelle pietre testimoni di millenari segreti. Finalmente ci sono riuscita durante il mio ultimo viaggio. Prima e dopo ho (ri)letto diversi libri a tema, ma il principale è stato senz’altro questo che porta avanti una tesi da molti contrastata ma non così inverosimile: che nel ciceone, la bevanda sacra consumata durante i Misteri Eleusini, ci fosse una sostanza psichedelica capace di indurre un viaggio estatico. Ho parlato di Eleusi, di questo libro e di altri a tema in una newsletter dedicata.
Abbandono di Elisabeth Åsbrink, trad. Alessandra Scali Iperborea 2022
Abbandono mi è stato consigliato. Il motivo? Il mio legame con la Grecia. Parte del libro, forse la più significativa, è ambientato a Salonicco, da molti anni al centro delle mie ricerche e dove sono tornata lo scorso Novembre. Ho parlato del libro e dei miei ultimi viaggi a Salonicco, tra i libri e non, in questo post. Spoiler: mi è piaciuto tantissimo e l’ho già consigliato a mia volta a tante persone.
Novelle orientali di Marguerite Yourcenar, trad. Maria Luisa Spaziani, BUR 1998
Questo volumetto continua a tornare nella mia vita, per motivi diversi ma spesso legati alla Grecia. Lo incontrai per la prima volta tanti anni fa a proposito di uno dei racconti della raccolta, che Yourcenar ha riscritto e Maria Luisa Spaziani tradotto in italiano. Quel racconto era Il latte della morte e raccontava del sacrificio di costruzione diffuso in tutti i Balcani (e anche molto oltre, fino al Caucaso e alla Russia). Stavo studiando La ballata del ponte di Arta, legata allo stesso tema. Di recente l’ho ripreso in mano per rileggere il racconto Nostra Signora delle Rondini che mi è tornato in mente durante la visita a Eleusi.
L’ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili, trad. Giovanna Agabio Marsilio 2020
Ero curiosa di leggere questo libro sin dalla sua uscita. Lo presi subito in ebook convinta di leggerlo immediatamente. Lo iniziai addirittura, onde poi lasciarlo per potergli dedicare il tempo che volevo avesse: quello di una lettura che risucchia tra le pagine per giorni e giorni, escludendo ogni altra cosa. L’ho ripreso in mano un paio di mesi fa restandone subito catturata. Mi piaceva tanto che ho voluto comprarlo di carta e una mattina sono uscita apposta per andare a prenderlo in libreria. Da allora non l’ho più lasciato e sono restia a lasciarlo. Mi è piaciuto al punto che dopo aver divorato la prima metà in due giorni ho cominciato a centellinarlo per restare più a lungo con le protagoniste del racconto. Mi resta da leggere l’ultima storia (è diviso in altrettanti libri quante sono le donne della famiglia di cui si racconta l’epopea). Un libro magnifico. Magnifico.
V13 di Emmanuel Carrère, trad. Francesco Bergamasco Adelphi 2023
Ho seguito il racconto del processo ai responsabili degli attentati parigini del 2015 sulle pagine di Robinson che settimana dopo settimana ha tradotto la cronaca scritta da Carrère per un giornale francese. Il libro è la raccolta, ampliata, di quel reportage lungo quasi un anno. Avendo già seguito il racconto altrove, non avevo in programma di leggerlo. Inoltre verso l’autore ho un atteggiamento ambivalente. Per certi versi lo trovo magnetico, e di fatto ho letto tutti i suoi libri. Per altri estremamente irritante, e molti libri li ho letti detestando la sua ben nota autoreferenzialità. In questo libro manca. C’è invece tanto spazio per le storie e i sentimenti altrui, com’è giusto. La voce è sempre sua, riconoscibile, ma è una voce prestata ad altri. La prima notte ho avuto gli incubi. Ancora ci penso, a distanza di tanti giorni.
Ένα παιδί από το πουθενά di Alki Zei, Metaixmio 2019
Nel 2023 ricorre il centenario della nascita di una delle più amate scrittrici greche. Durante il mio ultimo viaggio ad Atene, avendo perso per un soffio la mostra che le ha dedicato il museo Benaki, mi sono consolata acquistando gli ultimi due libri che mi mancavano della sua produzione. Uno è questo. Il titolo in italiano sarebbe qualcosa tipo “Il ragazzo venuto dal nulla” ma purtroppo il libro non è stato tradotto nella nostra lingua. In italiano di Alki Zei c’è ancora pochissimo (io ti consiglio caldamente di leggere La tigre in vetrina e Il nonno bugiardo).
Pur avendolo letto in greco, voglio parlarne nella speranza che prima o poi venga tradotto. Non è il libro di Zei che ho preferito, ma mi è comunque piaciuto molto per la capacità con cui l’autrice affronta sempre temi delicati dicendo la verità con assoluta sincerità: ai bambini non si nasconde niente, si può dire tutto. Qui si parla di morte, solitudine, senso di inadeguatezza, bullismo, migrazione, povertà. Tutto raccontato dalla prospettiva di un bambino di 10 anni.
Favole persiane. L’irriverente saggezza dell’antico Iran di Rumi, raccontate da Lila Ibrahim-Lamrous e Bahman Namvar-Motlag e illustrate da Marjane Satrapi, trad. Lara Pollero Rizzoli Lizard 2023
Ho preso questo libro in prestito su MLOL e subito me ne sono pentita, volevo averlo di carta. Ha una copertina magnifica e le illustrazioni interne sono tutte di Marjane Satrapi. Danno vita alle brevi storie tratte dall’antica saggezza iraniana. Alcune sono estremamente divertenti e, come dice il titolo, lievemente o apertamente irriverenti. Altre sono più classiche, o almeno più simili a certe nostre favole di esopiana memoria, perciò più familiari. In ogni caso è stata una lettura molto gustosa. Finito di leggere, ne volevo ancora.
Alfabeto dei piccoli armeni di Sonya Orfalian, Sellerio 2023
Chi mi segue da un po’ di tempo conosce il mio interesse verso la questione del genocidio armeno. Mi è capitato di conoscere personalmente una persona discendente dalla diaspora che ha reso tutto più personale e toccante – nel senso che quel dolore, tramandato attraverso le generazioni, mi è parso di poterlo toccare davvero con le mie mani, con il mio cuore.
Di Sonya Orfalian, anche lei figlia della diaspora, avevo già letto le fiabe armene. Non sapevo che fosse appena uscito anche questo libriccino per Sellerio, me lo sono trovato davanti in libreria senza cercarlo. Sono 36 brevi storie, quante le lettere dell’alfabeto armeno, e corrispondono ad altrettante testimonianze di (allora) bambini che per vari motivi sono sopravvissuti all’olocausto del loro popolo. Se l’argomento ti interessa, ho dedicato un post ai libri sull’Armenia.
Il delitto di Giarre di Francesco Lepore, Rizzoli 2021
Questa storia la conosco da tutta la vita, anche se quando è accaduta ero molto piccola. Giarre è il paese in cui sono cresciuta. Solo pochi giorni fa ho scoperto che mia mamma conosceva ambedue i protagonisti. Abitavano di fronte a casa di mia zia, in una casa di cui io non ho memoria perché la zia si trasferì poco dopo.
Quella triste vicenda è tornata all’attenzione nazionale quando nel 2020 Massimo Milano e Gino Campanella, attivisti e fondatori dell”Arcigay, hanno deciso di sposarsi proprio a Giarre in omaggio a Giorgio e Toni, uccisi nel 1980 perché si amavano. Francesco Lepore racconta la vicenda, le domande rimaste senza risposta, l’inchiesta piena di errori, quello che nacque a seguito del delitto. Cioè un grande movimento di coscienza e una profonda riflessione sulle responsabilità sociali di quanto era accaduto. Da quando è uscito il film Stranizza d’amuri di Beppe Fiorello (tratto dal romanzo Stranizza di Valerio La Martire) si è ripreso a parlarne.
Maria. Ritratto della Callas di Nadia Stancioff, trad. I. Arcà Perrone 2013
Il 2023 è anche il centenario di Maria Callas e Atene sta organizzando diverse iniziative per celebrare degnamente una delle più note figlie di Grecia. Tra queste una mostra dedicata alla Medea di Maria Callas andata in scena a Epidauro (e poi in molti altri teatri nel mondo) che ho visto alla Fondazione Stavros Niarchos a fine Maggio. Mentre ero sulla navetta che mi riportava in centro ho aperto il Libraccio e ho comprato tre libri su Maria Callas, per conoscerla più a fondo.
Questo è uno dei tre, scritto da Nadia Stancioff che fu sua amica dai tempi della Medea di Pasolini. Un ritratto affettuoso, non so dire quanto veritiero ma con il merito di aver contattato molte delle persone che l’hanno conosciuta per tratteggiarne la personalità sfaccettata e svelare la donna dietro il personaggio. L’impressione che ne ho ricavato è che Maria Callas fosse una donna molto sola, benché perennemente circondata da persone.
La foto di apertura è di Patrick Tomasso/Unsplash
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