I Viaggi di carta del mese di Luglio mi hanno riportato in Romania, a Rodi, nella Colchide di Medea, a Hanging Rock insieme alle ragazze del collegio Appleyard, nel Kosovo che fa i conti con il suo passato da una prospettiva molto soggettiva, nel destino delle donne raccontato da Dacia Maraini, nell’infanzia catanese di una cantautrice, sulle onde del mare con Evelina Santangelo. Cominciamo?
Lungo la via incantata di William Blacker, trad. M.G. Gini Adelphi 2012
Se tutto è andato per il verso giusto questo post esce mentre sono in viaggio. Per questo viaggio ho voluto rileggere il libro di Blacker che per primo mi fece innamorare della Romania, tanti anni fa. Ne avevo già parlato qui. Il viaggio in Transilvania del 2016 fu “colpa” sua ma sin dalla prima lettura era il Maramureș che avrei voluto esplorare. Quell’anno dovetti rimandarlo, era remoto e difficile da raggiungere, e in seguito l’ho rimandato ancora perché volevo che fosse lungamente atteso e sognato, lungamente preparato. Nel frattempo però era passato troppo tempo da quando avevo letto il libro perciò ho voluto rileggerlo prima di partire.
Cento volte sabato di Michael Frank, trad. Marco Rossari Einaudi 2023
Della storia di Stella Levi e di come l’ha raccontata a Michael Frank ho già parlato qui. Aggiungo solo che a distanza di molti giorni ancora ci penso. Sono andata a rivedere le foto che ho scattato per le vie di Rodi durante il mio viaggio nel 2019. Provavo a scorgere qualcosa di ciò che è scomparso ma permane grazie alla memoria altrui, generosamente per quanto dolorosamente tramandata.
Medea. Variazioni sul mito a cuia di Maria Grazia Ciani, Marsilio 2003
Di questo e del prossimo libro ho parlato nella newsletter dedicata a Medea che quest’anno ho visto al teatro greco di Siracusa insieme a due mostre a tema, a riconferma che di Medee ce ne sono quante riusciamo a immaginarne. Un personaggio tanto complesso che ha saputo ispirarci attraverso i secoli, senza mai esaurire la sua potenza. Qui sono raccolte le versioni di Euripide, Seneca, Grillparzer e Alvaro (la mia preferita insieme a quella di Christa Wolf qui sotto). La mia copia è ingiallita e sgualcita perché la possiedo dai tempi dell’università e perché mi è capitato di tornarci spesso: Medea mi parla da molto tempo e so che lo farà ancora a lungo.
Medea. Voci di Christa Wolf, trad. Anita Raja e/o 2012
Uno dei retelling più belli del mito antico, con buona pace dei numerosi libri sulle eroine epiche di moda negli ultimi anni. Christa Wolf lo scrisse nel 1996 per dare voce a una Medea che attinge alle varianti precedenti a Euripide. Qui Medea, imbevuta del femminismo contemporaneo che agitava l’Europa da un paio di decenni e innervata dalle spinte post-coloniali, non commette il delitto del quale da secoli è accusata ma è la donna del margine in una società chiusa alla diversità.
In nome di Ipazia. Riflessioni sul destino femminile di Dacia Maraini, Solferino 2023
Stavo sacrificando un prezioso sabato seguendo un corso di aggiornamento che si rivelava tanto noioso quanto inutile. In pausa andai in libreria e comprai questo libro. L’ho centellinato. Del resto la struttura del volume si presta a una lettura frammentata. Pur avendo in comune il concetto di destino femminile, tutti i pezzi sono indipendenti. Si tratta di una raccolta di articoli sulla condizione delle donne pubblicati da Dacia Maraini tra gli anni ’60 e… l’anno scorso. Quasi tutti sul Corriere, salvo poche eccezioni. La maggior parte dei pezzi è recentissima. Tutti sono lucidi e affilati. Neanche i più vecchi appaiono datati. Un bellissimo excursus, benché spesso doloroso, nel destino femminile.
Ballata dello scarafaggio di Shpëtim Selmani, trad. Fatjona Lamçe Crocetti 2023
Mi incuriosisce la scena letteraria kosovara che Crocetti sta portando in Italia. Qui l’autore “intreccia il suo quotidiano di scrittore, attore, padre e marito con la violenza della Storia” e quindi c’erano tutti gli ingredienti perché mi piacesse. Invece no. Non quanto avrei voluto. Le parti dedicate ai ricordi e al confronto tra ciò che era e ciò che è sono state le mie preferite. Non mi sono dispiaciuti neanche gli affondi nella letteratura, quando l’autore cita ciò che legge, anche se spesso lo mette al servizio di ciò che vuole dimostrare. Né mi è dispiaciuta la struttura frammentaria che dà scorci veloci sulla prospettiva dello scrittore su perdita, memoria, speranza, guerra. Ma che lagna quando si lagna della moglie, dei figli, di una vita che forse non voleva.
Picnic a Hanging Rock di Joan Lindsay, trad. Maria Vittoria Malvano Sellerio 2023
Ho scoperto questa storia attraverso il magnetico film di Peter Weir ispirato al libro. Le mie amiche e io ci riunivamo a guardarlo nei pomeriggi d’estate indossando abitini bianchi e nastri tra i capelli come le ragazze dell’Appleyard College. Tentavamo di penetrare il mistero e nel frattempo esercitavamo la grazia. Di recente ho scoperto che Sellerio ha ripubblicato il volume con una nuova copertina e ho colto l’occasione per ricomprarlo e rileggerlo. La mia vecchia copia, prestata, non è mai tornata a casa. Così che ho scoperto che in realtà Lindsay il mistero lo aveva dipanato in un capitolo finale espunto dall’editore e pubblicato solo dopo la morte dell’autrice. Se vuoi scoprire di che si tratta, qui trovi la soluzione. Altrimenti resta nell’inconsapevolezza nella quale io ho vissuto beatamente per 30 anni godendomi la storia nonostante il fitto mistero. Anzi proprio grazie a esso.
Ti ho vista ieri di Patrizia Laquidara, Neri Pozza 2023
Sfogliando le Stories su Instagram, una sera, ho visto la foto di un’amica insieme all’autrice a una presentazione del volume. Non sospettavo che Patrizia Laquidara, che conoscevo come cantautrice, avesse scritto un libro. Qualche giorno dopo parlando con un amico che fa la guida turistica a Catania è di nuovo saltato fuori questo libro che parla dell’infanzia dell’autrice proprio nella nostra città. Me lo ha raccontato con tanto amore che l’ho preso il giorno stesso e iniziato subito. Viene proposto come romanzo, e di romanzesco c’è moltissimo, ma sono i suoi ricordi, i personaggi che li popolano, i luoghi, gli oggetti a esserne intrisi. E poi c’è Catania, che fa romanzo a sé.
Il sentimento del mare di Evelina Santangelo, Einaudi 2023
Il vero problema di MLOL è che ogni volta che prendo in prestito un libro poi voglio comprarlo per sottolinearlo, custodirlo, riaprirlo ogni tanto e vedere cosa mi aveva colpito tempo prima. Cosa che vanifica di fatto il vantaggio del prestito pubblico. Era già successo con il libro di Silvia Romani su Saffo (ne ho parlato qui), è appena successo con questo memoir di Evelina Santangelo che confesso di non aver mai letto prima d’ora, dunque nulla so dei suoi romanzi. So però che percepisce il mare proprio come me. Come sentimento. Ma il mare è anche, lo sa chi ci è nato o ci vive, una continua possibilità, è memoria e minaccia, a volte salpare, altre approdare, comunque serbatoio di storie. Ogni tanto ti prende qualcuno, oppure si prende la tua, di vita. Altre volte sa guarirti.
La più piccola di Fatima Daas, trad. Giorgia Tolfo Fandango 2021
A questo volumetto sono arrivata per caso dopo aver riattivato l’abbonamento su Audible. Mi ha incuriosito subito il nome dell’autrice, poi il titolo e infine la sinossi che lo definiva un “libro liturgico”. Come un diario. Inizia ogni capitolo con una ripetizione che rifonda tutte le volte l’identità: mi chiamo Fatima. E ogni volta aggiunge pezzi d’identità, parti del racconto. Fatima è algerina, è francese, è banlieusarde, è musulmana, è asmatica, è queer. Sono tutti pezzi che via via creano l’autoritratto dell’autrice. La traduttrice Giorgia Tolfo ha parlato di questo libro su DoppioZero.
La foto di apertura è di Patrick Tomasso/Unsplash
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